La lotta fra Pavia e Milano

Il disinteresse degli imperatori germanici verso l'Italia tra i secoli XI e XII, favorì il sorgere dei liberi comuni: Pavia aveva già costituiti gli organi del governo cittadino alla fine del 1100, Milano divenne ufficialmente comune nel 1117. Si venne a creare fra le due città una catena di risentimenti e di odi che diedero origine ad un conflitto che durò centinaia di anni: da una parte Pavia, ghibellina, schierata cioè con l'imperatore, dall'altra Milano, guelfa, sostenitrice della piena libertà comunale. Le lotte ebbero inizio con la battaglia di Campomorto nel 1061 senza vincitori né vinti; nel 1107 i pavesi, sostenuti dai cremonesi e dai lodigiani, attaccarono ed incendiarono Tortona, alleata di Milano; l'anno seguente si spinsero fino all'Oglio, dove furono però sorpresi e sconfitti. Dopo una anacronistica pace, stretta per sostenere la durissima guerra dei milanesi contro Como, le due città si scontrarono ancora nel 1132 e nel 1136. Attorno al 1148 i pavesi attaccarono di sorpresa Lomello, che si eraforse schierata con Milano, e, dopo aver preso prigionieri il conte Guidone ed i maggiorenti del borgo, occuparono la rocca e la distrussero. "Il cupo bagliore delle fiamme, il crollo pauroso delle mura e delle case, segnarono la fine ed il tramonto di Lomello (e del suo contado) anche se Milano nel 1157 inviò uomini e denaro per ricostruirlo"1. Il fatto è inspiegabile se non ricondotto all' ormai insostenibile convivenza in Pavia dei poteri del comune e dei Conti Palatini, anche perché, alla discesa di Federico Barbarossa nel 1152, sia il comune di Pavia che i Conti Palatini si schierarono al fianco degli imperiali contro Milano. Partito l'imperatore, la vendetta dei milanesi si scatenò su Pavia; la Lomellina fu invasa ma solo Castelnovetto subì la distruzione del castello. Le successive calate del Barbarossa in Italia videro i pavesi fedeli alleati dell'impero: nel 1158 Milano fu assediata, nel 1163 furono atterrate le mura di Tortona, erette dai milanesi. La quarta calata dell'imperatore provocò il celebre giuramento di Pontida e la controffensiva dei comuni. Il 28 maggio 1176 Federico I, alla sua quinta discesa in Italia, fu sconfitto dalla Lega dei Comuni a Legnano: la vendetta di Milano si scatenò su Pavia. Nel settembre dell'anno 1200 i Milanesi, con l'aiuto dei Vercellesi, dei Novaresi e degli Alessandrini, invasero la Lomellina, occuparono Mortara e saccheggiarono una trentina di paesi Nel 1213 ritornarono all'attacco ed incendiarono Mortara, Gambolò, Lomello ed Olevano; altri paesi lomellini subirono la stessa sorte nel 1222, mentre cinque anni dopo fu nuovamente distrutta Lomello.
Nel 1253 i milanesi ridiscesero in Lomellina portando ancora morte e distruzione; a Gambolò atterrarono la torre del castello e tre campanili ed a Mortara distrussero il campanile di Sant'Albino e quello di Santa Croce, il cui muro era spesso tre braccia. E' in quest'epoca che per la prima volta si trova traccia della chiesa olevanese nei Registri delle Biade (anni 1256/59)2, conservati all'archivio di Storia Patria di Pavia: all'anno 1259 risulta la chiesa di San Michele di Olevano, dipendente dalla chiesa di Sant'Alessandro Carosio in Zeme, diocesi di Pavia.

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1 EGISTO ROMANI (sacerdote)
Lomello, guida storico-artistica

Garlasco, Tipografia Nuova Comega, 1990

2 Impositiones bladarum in Lomellinae 1256/1259
Archivio Storia Patria di Pavia

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